monteriggioni

Moteriggioni, un paese arroccato tra Siena e Firenze

Non moltissimo tempo fa, il borgo medievale di Monteriggioni, luogo assai caratteristico situato tra Firenze e Siena e reso particolarmente suggestivo dalle grandi muraglie che lo circondano ergendosi a sua protezione, aveva un’economia abbastanza sviluppata e prospera fondata principalmente su agricoltura ed allevamento; grandi coltivazioni di ulivi e viti immerse in una vasta area boschiva, riuscivano infatti ad offrire ai suoi abitanti legname, carbone, ed enormi aree di pascolo per suini e bovini, oltre ovviamente alla possibilità di trascorrere una vita veramente sana e tranquilla.

Più recentemente, solo le coltivazioni di cereali ed uva hanno saputo resistere alle metamorfosi dovute dal passo dei tempi e, oggi come oggi, tutte le altre attività di tipo agricolo e pastorale su cui era imperniata l’economia di Monteriggioni hanno lasciato il posto ad industrie leader nei settori enologico, chimico, della produzione di semilavorati in acciaio, ceramica e, vista la sua posizione strategica, marmi (Carrara è abbastanza vicina).

monteriggioni-toscani

Storia di Monteriggioni

Il castello di Monteriggioni, vero fulcro di qualsiasi attività sociale che si svolgeva nel borgo, fu costruito dal popolo senese per volere dell’allora Podestà Guelfo da Porcari (ci troviamo più o meno tra il 1214 ed il 1219); il terreno sul quale fu edificato pare fosse di proprietà della nobile famiglia dei ‘Da Staggia’, ed era la sede di un’antica fattoria longobarda probabilmente appartenuta ad una famiglia reale, almeno questa sembra l’ipotesi più concreta.

L’imponente maniero fu costruito principalmente con scopo di difesa e protezione del paese dalla stessa Repubblica di Siena contro eventuali attacchi dei fiorentini, storici nemici dei senesi, e la sua posizione strategica in cima al Monte Ala, permetteva di tenere sempre sotto controllo ogni movimento sulla via Franchigena (oggi meglio conosciuta come strada statale Romèa). Secoli e secoli di battaglie e lotte sanguinarie tra senesi e fiorentini hanno marcato a fondo la storia di tutto questo meraviglioso borgo medievale e, se si ha l’opportunità di passare da quelle parti, sarebbe davvero un delitto non fermarsi a visitarlo.

La sua Chiesa romantica

La chiesa di Santa Maria Assunta rappresenta il principale luogo di culto cattolico del paese, e fa parte della arcidiocesi di Siena-Colle val d’Elsa-Montalcino; la sua storia cammina in un certo senso parallelamente alle vicende del castello, infatti fu proprio al suo interno che i delegati dei comuni di Siena e Poggibonsi raggiunsero l’accordo di pace con i fiorentini, accordo giunto dopo molteplici tentativi di assedio di questi ultimi al castello, peraltro sempre respinti dai senesi.

Verso la fine del secolo XIII, la Chiesa di Santa Maria assunta viene dotata anche di una ‘fonte battesimale’ tutta sua, e le viene inoltre conferito il riconoscimento di ‘Canonica Sanctae Mariae Stemennano’, cosa che procurò anche vari benefici e buone rendite. Verso la fine del secolo fu posta nella chiesa anche una campana molto più grande di quella originale, ma poi non si sono più avute notizie certe per un certo lasso di tempo, durante il quale sembra sia stata utilizzata come dimora fissa dall’Abate di Isola, piccola frazione della stessa Monteriggioni.

toscana-monteriggioni-001

Le Muraglie di Monteriggioni

La collina dove fu eretta la fortificazione presentava forme regolari ed anche abbastanza lineari già allo stato naturale, e non fu difficile per i senesi seguire lo stesso disegno del terreno per innalzare possenti mura con schema quasi perfettamente circolare; gli unici punti deboli erano rappresentati dalle sole due porte di ingresso al borgo, e fu proprio attorno ad esse che si concentrò una maggiore opera di fortificazione, soprattutto dopo i numerosi attacchi subiti da parte dei fiorentini.

Come in qualsiasi castello o roccaforte che si rispetti, anche il castello di Monteriggioni era dotato dei suoi bravi fossati difensivi; in questo caso, questi grandi solchi scavati attorno alla fortezza venivano riempiti con legna di faggio, pino, castagno, larice, abete, o frassino e dati alle fiamme, con il duplice scopo di fungere da elemento dissuasivo per attacchi nemici, e di produrre carbone vegetale, tecnica denominata successivamente ‘della carbonaia’.

Author

27 Maggio, 2020