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Alberobello ed i suoi caratteristici ‘trulli’

Oggi visiteremo insieme Alberobello, un piccolo comune abitato da circa 15.000 persone che si trova nella parte sud orientale di Bari, nei pressi delle colline della Murgia e della Valle d’Itria; abbiamo deciso di farlo per rendere omaggio ad un posto davvero meraviglioso, un paese con tante tradizioni ed un passato ricco di storia da raccontare, diventato poi famoso soprattutto per le sue caratteristiche costruzioni, i trulli.

Geograficamente il comune di Alberobello confina a Sud con la provincia di Taranto e ad Est con quella di Brindisi, mentre se ci si sposta verso il Nord si raggiunge la costa adriatica nei pressi della città di Monopoli. La sua vicinanza all’altopiano delle Murge, caratterizzato dalla massiccia presenza di rocce prevalentemente calcaree, ha fatto si che, nel corso della storia, tutte le civiltà che vi hanno vissuto potessero disporre di questo tipo di materiale per progettare e costruire, cosa che si è poi tramandata fino ai giorni nostri.

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Storia di Alberobello

Le prime tracce di civilizzazione di Alberobello riportano ad un periodo compreso tra la seconda metà e la fine del secolo XVI, quando cioè giunsero a Noci, altro piccolo comune limitrofo, alcune famiglie di contadini per bonificare e coltivare le terre dell’altopiano delle Murge. Nel 1635 fu eretto nel mezzo del piccolo centro abitato di Alberobello un oratorio che fungeva anche da refettorio, taverna, e locanda, un posto dedicato alla Madonna di Loreto ed ai Santi Medici che rappresentò in pratica l’inizio della sua civilizzazione, e da lì iniziarono poco a poco a costruirsi anche le prime abitazioni civili.

Alberobello era un feudo della famiglia Acquaviva d’Aragona, il cui Conte Andrea Matteo III era già signorotto del vicino paese di Conversano, e lo rimase fino a Maggio del 1797, quando il Re Ferdinando IV di Borbone emanò un decreto che ‘promuoveva’ in un certo senso il piccolo centro abitato in una vera e propria città, liberandolo a tutti gli effetti dallo stato di servitù feudale nel quale versava. Il 22 Giugno Alberobello aveva già il suo primo sindaco, il fisico Francesco Giuseppe Lippolis.

Monumenti e cose da vedere

Alberobello è nota alla maggior parte delle persone come ‘la capitale dei trulli’, e va sicuramente detto che dal 1996 è stata riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’Umanità, ricevendo inoltre il prestigioso ‘marchio arancione’ anche dalla ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), che la ha eletta come uno tra i borghi più belli d’Italia.

Oltre ad ammirare i caratteristici trulli, che conosceremo in maniera più dettagliata nei prossimi paragrafi, chi avesse l’opportunità di andare in escursione da quelle parti potrebbe certamente andare a dare uno sguardo alla Parrocchia di Sant’Antonio da Padova, edificata a cavallo tra il 1926 ed il 1927 e caratterizzata da quella famosa pianta a croce greca che è stata poi riutilizzata come motivo principale anche per la costruzione dei trulli. Altra piacevole visita è quella alla Chiesa Madre di Alberobello, consacrata all’Immacolata Concezione ed ai Santi Martiri Cosma e Damiano, edificata in sostituzione di una vecchia cappella consacrata alla Madonna delle Grazie.

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I caratteristici ‘trulli’ di Alberobello

In effetti i veri monumenti da vedere sono proprio i trulli, ed Alberobello ne è piena in ogni zona; come detto prima, è stata la sua collocazione geografica a contatto con l’altopiano delle Murge e le sue rocce calcaree a suggerire di costruire con questo materiale, e si sa per certo che i trulli più antichi furono costruiti già nel secolo XIV, proprio da quelle popolazioni che giunsero a colonizzare le terre che dovevano coltivare in cambio del permesso di stabilirsi lì; furono loro a creare i primi piccoli villaggi, come quello di Aia Piccola e Monti.

Nella zona del vecchio borgo medievale sorge il Trullo Sovrano, un trullo che si sviluppa su due livelli ed ha una enorme facciata; oggi questa costruzione è stata adibita a museo con ingresso a pagamento, ed al suo interno è possibile apprezzare il giardino mediterraneo, oltre ovviamente alle varie sale che compongono il trullo stesso e che sono totalmente arredate con suggestivi oggetti dell’epoca. Per rifocillarsi un po’ tra la visita ad uno ed all’altro trullo, si ha anche la possibilità di assaggiare i piatti più tipici della cucina pugliese in caratteristici ristorantini, ovviamente anch’essi ‘alloggiati’ in caratteristici trulli.

Struttura interna ed utilizzo dei ‘trulli’

Analizziamo adesso, come promesso, la struttura di un trullo, come veniva utilizzato in antichità, e come viene invece vissuto ai giorni nostri. Il trullo è praticamente il primo esempio di costruzione modulare avuto in Italia, concetto che è poi stato ripreso e sviluppato anche nell’architettura moderna. Come il termine stesso suggerisce, il trullo è concepito sull’idea di un solo modulo di base, dotato di pianta circolare e muri perimetrali molto spessi, nella maggior parte dei casi senza finestre.

Proprio grazie all’elevato spessore dei muri perimetrali è possibile conservare una temperatura interna abbastanza elevata anche quando fuori fa freddo o magari c’è addirittura la neve, cosa abbastanza frequente in quelle zone nei mesi invernali; i trulli nascono infatti come ricovero per le popolazioni contadine che passavano la giornata nei campi e tornavano a casa all’imbrunire, portando con se anche i loro attrezzi e custodendoli all’interno del trullo stesso. Una suggestiva e funzionale cupola autoportante chiude meravigliosamente l’unità abitativa, rendendo il trullo perfettamente isolato sia termicamente che acusticamente dal mondo esterno.

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27 Ottobre, 2020